In un’epoca caratterizzata dall’onnipresenza della tecnologia digitale, una madre di tre figli ha preso una decisione controcorrente: vietare l’uso di cellulari, tablet e computer ai propri figli, oltre a non possedere un televisore in casa. Questa scelta, benché possa apparire radicale per molti, nasce da una profonda riflessione sui potenziali effetti negativi che tali dispositivi possono avere sullo sviluppo e sul benessere dei bambini.
scelte educative in un’era tecnologica
Recentemente, nel Regno Unito, è stato introdotto un divieto che impedisce agli studenti di portare e utilizzare i propri cellulari a scuola, allo scopo di favorire una maggiore concentrazione durante le lezioni e stimolare l’interazione sociale diretta tra i ragazzi. Questa misura riflette crescenti preoccupazioni sul tempo eccessivo che i giovani trascorrono davanti agli schermi.
l’impatto degli schermi sullo sviluppo infantile
Uno studio citato dall’editoriale di Emma Armstrong su Business Insider evidenzia come i bambini di otto anni trascorrano, in media, sei ore al giorno davanti a uno schermo, un dato allarmante che ha spinto la madre a eliminare completamente l’uso di dispositivi elettronici in casa. Armstrong sostiene che tale scelta non solo protegge la privacy e i dati personali dei bambini dagli sviluppatori di app e social network, ma promuove anche uno stile di vita più salutare, favorendo attività come il gioco all’aperto, lo sport e l’interazione sociale.
Nonostante il timore che i suoi figli possano essere emarginati per la loro “stranezza”, Armstrong è convinta dei benefici a lungo termine della sua decisione. Le ricerche scientifiche da lei consultate indicano infatti un legame diretto tra l’eccessivo uso di schermi e l’aumento del rischio di problemi di salute mentale nei giovani. Soprattutto durante i mesi della pandemia del 2020, l’assenza di dispositivi elettronici ha messo alla prova la sua scelta educativa, dimostrando però di essere sostenibile e, a suo avviso, vantaggiosa per il benessere dei figli.