Stalking e Richieste di Pagamento: Come l’Ultima Normativa Modifica i Confini della Condanna

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La sentenza della Corte di Cassazione ha recentemente stabilito che anche richiedere un pagamento dovuto può configurarsi come stalking, se effettuato con insistenti molestie. Questa interpretazione, che si distacca dall’intento originale della legge volta a tutelare l’incolumità psicofisica delle persone, solleva importanti considerazioni sul comportamento che può essere tenuto nelle richieste di pagamento.

La definizione di stalking e le relative normative

La legge n°38 del 23 aprile 2009 ha introdotto il reato di atti persecutori, noto come stalking, che punisce chiunque minacci o molesti un’altra persona, inducendo uno stato d’ansia e di paura. Rivista nel tempo, la legge prevede aggravanti specifiche, come per casi in cui lo stalker abbia avuto legami sentimentali con la vittima, o in presenza di soggetti vulnerabili come persone disabili, minori o donne in stato di gravidanza. La denuncia è fondamentale per procedere, fatta eccezione per i casi in cui la vittima sia una persona disabile o un minore, dove il procedimento può essere attivato d’ufficio.

L’importanza della sentenza del 7 marzo 2024

Secondo la sentenza numero 9878 emessa dalla Corte di Cassazione il 7 marzo 2024, viene specificato che anche una richiesta di pagamento, se eseguita in maniera pressante, può essere considerata come stalking, anche nel caso in cui il pagamento sia giustamente dovuto. Questo principio è stato applicato in un caso dove un’ex moglie richiedeva con insistenza l’assegno di mantenimento, dando vita a una condotta che è stata interpretata come atti persecutori nei confronti dell’ex marito.

Angelo Greco, avvocato e direttore della pagina La Legge per Tutti, ha chiarito che, affinché si possa parlare effettivamente di stalking, devono sussistere ripetute minacce o molestie che portino la vittima a subire un grave stato di ansia o di paura, o a temere per la propria sicurezza o quella di persone vicine. In assenza di queste condizioni, la condotta potrebbe essere qualificata come molestie telefoniche, configurando un reato di gravità inferiore.

La distinzione tra stalking e molestie telefoniche risiede nelle ripercussioni che le azioni del persecutore hanno sulla vittima, quali il necessario cambiamento delle proprie abitudini di vita per evitare ulteriori molestie. Questo giunge come un importante promemoria sui limiti entro cui operare nelle relazioni interpersonali, anche in contesti che, a prima vista, potrebbero non sembrare rientrare nella sfera di applicazione di tali normative penali.

@angelogrecoofficial

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♬ suono originale – Angelo Greco

Scritto da wp_3563611
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