L’anonimato online è da tempo un tema caldo tra gli utilizzatori di internet. La funzione di navigazione in incognito, disponibile nella maggior parte dei browser, è stata vista per lungo tempo come una soluzione per mantenere la propria privacy durante la navigazione online. Recenti rivelazioni hanno messo in discussione l’efficacia di questa modalità nell’assicurare una totale anonimità.
la raccolta di dati in modalità anonima
le pratiche dei giganti del web
Gran parte degli utenti è consapevole che Google, insieme ad altri importanti siti web, traccia e archivia le informazioni personali attraverso l’esperienza di navigazione. Marco Camisani Calzolari, corrispondente per “Striscia la Notizia”, ha recentemente evidenziato come, nonostante la presunta sicurezza offerta dalla navigazione in modalità anonima, questi colossi del web siano comunque in grado di raccogliere dati sugli utenti.
la class action contro Google
Una class action avviata nel 2020 ha fatto emergere che Google registrava e immagazzinava dettagli sui siti web visitati dagli utenti, anche quando questi ultimi navigavano in incognito. In seguito a questa accusa, Google ha concordato di eliminare miliardi di dati derivanti dalla navigazione anonima degli utenti, dando avvio a una riflessione più ampia sulla reale privacy garantita dalla modalità incognito.
approfondimenti da “striscia la notizia”
indagini e riflessioni
In un servizio di “Striscia la Notizia”, Marco Camisani Calzolari ha approfondito questa tematica, sottolineando che, nonostante i dati raccolti durante la navigazione anonima fossero di natura tecnica e non direttamente collegati a individui specifici, la questione della sicurezza dei dati online rimane complessa e sfaccettata. Inoltre, nel corso dello stesso servizio, è stata evidenziata una vicenda che riguardava Facebook e Netflix, dove quest’ultima aveva accesso ai messaggi privati degli utenti di Facebook. Nonostante le smentite da parte dei portavoce di Meta, questo episodio aggiunge ulteriori dubbi sulla gestione della privacy online.
conclusioni
Nonostante le funzioni di navigazione anonima abbiano lo scopo di proteggere la privacy degli utenti online, recenti rivelazioni indicano che la raccolta di dati personali può avvenire anche in questi casi. Gli utenti sono quindi invitati a esercitare cautela e a informarsi approfonditamente sulle modalità con cui le loro informazioni vengono trattate e conservate dai giganti della tecnologia e dei social media.