controversie nella produzione di beast games
Emergono nuove accuse sulla collaborazione tra lo YouTuber MrBeast e Amazon, a pochi passi dall’uscita della serie di reality Beast Games su Prime Video, la cui data di rilascio non è stata ancora comunicata. Recenti rivelazioni, in particolare quelle del mese di agosto riguardo alle condizioni di lavoro sul set, hanno portato a una class action presentata da cinque membri del cast, i cui nomi rimangono anonimi. Questi ex partecipanti sostengono di aver subito maltrattamenti e molestie durante le riprese.
dettagli della causa legale
La denuncia è stata notificata lunedì presso la Corte Superiore di Los Angeles e riporta un budget stimato di circa 100 milioni di dollari per la realizzazione di Beast Games. Il programma coinvolge più di mille partecipanti che competono per aggiudicarsi un premio di ben 5 milioni di dollari. La causa richiede non solo il pagamento di compensi e spese non ancora versati, ma anche un risarcimento per i danni subiti.
accuse di maltrattamenti e condizioni di lavoro
Secondo la dichiarazione legale, benché i concorrenti fossero informati, al momento della firma del contratto, della natura impegnativa della competizione, sostengono che l’impegno fosse ben più gravoso di quanto previsto. Numerosi partecipanti avrebbero avuto necessità di assistenza ospedaliera, mentre altri avrebbero affrontato complicazioni sia fisiche sia mentali, risultando vittime di maltrattamenti cronici e umiliazioni. Sono state segnalate, in particolare, condizioni di lavoro ostili per le concorrenti femminili. Le specifiche riguardanti le denunce di molestie sono state mantenute riservate per ragioni di privacy.
testimonianza di una concorrente
Una delle querelanti, designata come “Concorrente 5”, ha condiviso la sua esperienza dichiarando: “Ho deciso di partecipare perché ero un’appassionata di MrBeast e i suoi video mi avevano confortato durante la pandemia di COVID-19. Mi aspettavo di affrontare una sfida, ma non avrei mai immaginato di essere trattata in quel modo — come se fossi invisibile. Come donna, ho percepito un clima di totale ostilità. È stato evidente che non ci hanno trattate con il rispetto che meritiamo — né come persone, né come dipendenti”.