Recensione de ‘La bambina segreta’: Un Viaggio Intenso di 90 Minuti nel Cuore di Teheran

Recensione de 'La bambina segreta': Un Viaggio Intenso di 90 Minuti nel Cuore di Teheran

analisi del film “la bambina segreta”

Il film La bambina segreta rappresenta l’opera di Ali Asgari, il quale offre una narrazione incisiva e realistica della vita delle donne in Iran. Questo secondo film, che segue Kafka a Teheran, affronta tematiche complesse e delicate, riuscendo a comunicare una profonda critica sociale.

trama e contesto

La storia ruota attorno a Feresteh, una studentessa con una figlia a carico, la quale è costretta a nascondere la propria bambina a causa delle rigidità sociali e culturali del suo paese. La narrazione, che si sviluppa in meno di un’ora e mezza, compendia una vasta gamma di problematiche che le donne devono affrontare a Teheran, come la repressione, la burocrazia e le difficoltà legate alla maternità fuori dal matrimonio.

l’odissea di feresteh

Guidata da un’amica, Feresteh intraprende un difficile viaggio nella capitale iraniana, dove si confronta con varie forme di oppressione e ingiustizia. Il film riesce a dipingere un quadro della vita quotidiana in Iran, dove le donne devono affrontare sfide insormontabili, come la privazione della libertà di scelta in ambito lavorativo e familiare, l’abuso da parte delle autorità, e la costante minaccia della polizia.

stile e narrazione

La scrittura di Alireza Khatami e di Asgari evita di cadere nell’eccessivo didatticismo, mantenendo un equilibrio tra contenuti informativi e risonanza emotiva. Ogni evento che coinvolge Feresteh è autentico e plausibile, permettendo allo spettatore di entrare in sintonia con la protagonista senza sentirsi sopraffatto. La regia semplice e diretta valorizza ogni drammatico momento, rendendo ancora più palpabile l’assurdità della situazione.

ebbene si, quanto è reale!

Ogni scena costruita in La bambina segreta è rappresentativa delle difficoltà quotidiane e della realtà triste a cui molte donne devono far fronte in Iran. La magia del film risiede nella sua capacità di rendere visibile un’esistenza complessa, auspicando una riflessione sociale.

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Scritto da Augusto Clerici
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