la visita di re carlo iii in australia
Un evento di grande rilevanza ha caratterizzato la recente visita ufficiale di Re Carlo III e della consorte Camilla in Australia, in particolare a Canberra. L’accoglienza riservata al monarca britannico è stata segnata da toni inaspettati e drammatici. La senatrice aborigena Lidia Thorpe ha protestato con vigore, richiamando l’attenzione su tematiche storiche e sociali riguardanti le popolazioni indigene e le relazioni con il periodo coloniale.
la protesta della senatrice thorpe
Durante un evento ufficiale, Thorpe ha accusato la monarchia britannica di “genocidio” nei confronti delle popolazioni indigene, affermando: “Restituiteci la nostra terra!”. Le sue dichiarazioni hanno interrotto un discorso conciliatorio appena pronunciato dal re, trasformando l’atmosfera carica di protocollo in un momento di intensa emozione e riflessione collettiva. La senatrice ha esposto con forza la sua richiesta di riconoscimento e giustizia, puntando il dito contro la storicità delle ingiustizie subite.
- Lidia Thorpe, senatrice aborigena
- Re Carlo III, Sovrano del Regno Unito
- Camilla, consorte di Re Carlo
- Anthony Albanese, primo ministro australiano
- Peter Dutton, leader dell’opposizione
reazioni e conseguenze
La reazione della sicurezza per gestire il tumulto creato è stata rapida. L’immagine della senatrice avvolta nella pelliccia di opossum, simbolo dell’Australia, ha rappresentato un potente richiamo alla storia e ai diritti degli aborigeni. Thorpe ha concluso la sua protesta affermando: “Non siete dei nostri. Fermate le vostre vacanze”, risuonando fortemente tra gli spettatori. Il contrasto con il discorso di Re Carlo, incentrato sulla valorizzazione dell’antica saggezza aborigena, ha messo in evidenza l’insufficienza del linguaggio diplomatico di fronte a un tema così delicato.
un viaggio simbolico
Questa visita, la prima di Carlo in Australia dopo la diagnosi di cancro, pianificata per una durata di nove giorni, tocca anche altre località, come Samoa. L’invito ai governatori degli Stati australiani, di direzione repubblicana, è stato rifiutato, evidenziando la persistenza del sentimento repubblicano all’interno del Paese. La richiesta di Thorpe di stabilire un “trattato” riflette la memoria storica del genocidio subito dagli aborigeni durante la colonizzazione britannica, periodo comprese tra il 1787 e il 1901.
il futuro delle relazioni australia-gran bretagna
Nonostante l’indipendenza formale dall’Inghilterra, il legame con la monarchia è rimasto. Tentativi di trasformazione in repubblica, come quello del 1999, non hanno avuto successo. Anche nel 2023, l’idea di creare un’Assemblea consultiva indigena si è infranta. Attualmente, l’Australia è una monarchia parlamentare federale, membro del Commonwealth, il cui simbolismo monarchico continua a sollevare interrogativi sulle sue origini coloniali.
un simbolo di giustizia
La protesta di Thorpe ha messo in luce la continua tensione tra popolazioni indigene e monarchia britannica. Il suo intervento si configura come un appello collettivo a riconoscere i diritti degli aborigeni, un desiderio di giustizia che è emerso durante un evento ufficiale, richiamando l’attenzione su una ferita storica già non sanata. Con l’andamento della visita di Carlo, l’attenzione sarà rivolta su eventuali sviluppi, riflessioni e possibili sorprese nel dialogo tra monarchia e popolo australiano.