Claudio Amendola ritorna sul piccolo schermo nel nuovo drama di Canale 5 Il Patriarca, dove interpreta Nemo Bandera, un imprenditore e narcotrafficante pugliese che, all’ingresso nella sesta decade di vita, scopre di essere affetto da Alzheimer. La narrazione, elaborata da Mizio Curcio, Paolo Marchesini e Sandrone Dazieri, si snoda tra le sfide professionali e personali del protagonista.
Questa serie di Mediaset non si basa su eventi realmente accaduti, ma si presenta come un remake adattato al contesto italiano di una produzione spagnola andata in onda tra il 2018 e il 2020 su Telecinco. Il titolo originale è Vivir sin permiso, disponibile anche in Italia su Netflix come Vivere senza permesso. Nella serie spagnola, il protagonista è Nemesio ‘Nemo’ Bandeira, un narcotrafficante galiziano interpretato dall’attore José Coronado.
Analogamente, Vivere senza permesso non trae ispirazione da fatti veritieri, ma l’interprete principale ha ammesso di aver incorporato elementi da storie vere nella creazione del proprio personaggio. Coronado ha rivelato a El Español di aver approfondito varie narrazioni riguardanti narcotrafficanti e di aver visto opere sul tema Alzheimer, come Still Alice. In particolare, per modellare Nemo, l’attore ha trovato spunto anche in Amancio Ortega, il noto fondatore del marchio Zara, affermato imprenditore galiziano. Sebbene Ortega non abbia legami con il crimine organizzato, ha servito come riferimento per delineare il profilo di un uomo d’affari di successo.
la storia dietro il patriarca
Così, sia Il Patriarca che Vivere senza permesso non si riflettono in una vicenda storica assegnabile a eventi autentici, se non per alcuni elementi. Di fatto, la figura di un imprenditore che vive situazioni di narcotraffico e si confronta con il morbo di Alzheimer è frutto dell’immaginazione di Aitor Gabilondo, sceneggiatore della serie originale spagnola. Le tematiche trattate affondano in parte le radici nel tessuto reale.
In un’intervista, Gabilondo ha sottolineato che le sue idee per la sezione sul narcotraffico sono derivate dalle indagini portate avanti dal giornalista e scrittore Manuel Rivas, noto in Spagna per la sua carriera di poeta e romanziere. Rivas ha lavorato per vari quotidiani nelle regioni galiziane come El Pais, El Ideal Gallego, Diario de Galicia, e La Voz de Galicia, ottenendo il Premio Fernandez Latorre per il giornalismo nel 1991.
La Galizia, sebbene relativamente sconosciuta in Italia, risulta un punto chiave nel panorama europeo del narcotraffico. La formazione della mafia galiziana ha avuto inizio negli anni Settanta con il contrabbando di sigarette, evolvendo, nel decennio successivo, nel traffico di sostanze stupefacenti. Un’importante operazione nel 2009 ha portato a sequestro di 3,5 tonnellate di cocaina in ingresso dalla Messico, riconducibile alla criminalità organizzata galiziana, in cooperazione con i cartelli locali. Per approfondimenti, si raccomanda la visione della serie spagnola Fariña, prodotta da Antena 3 nel 2018, ora disponibile su Amazon Prime Video.