L’interpretazione di Jake Gyllenhaal nel film Prince of Persia ha rappresentato un’esperienza impegnativa e carica di difficoltà per l’attore. Il ruolo del principe Dastan ha posto non solo sfide fisiche, ma anche un forte stress psicologico, rendendo il progetto uno dei più faticosi nella carriera di Gyllenhaal.
le sfide del ruolo
Il film, basato sull’omonimo videogioco, ha richiesto a Gyllenhaal uno sforzo estremo nella preparazione prima delle riprese. L’attore ha descritto il rigoroso allenamento come “40 giorni e 40 notti di miseria“, evidenziando quanto fosse complesso replicare le abilità acrobatiche del personaggio.
l’importanza dell’approccio fisico e psicologico
La realizzazione del personaggio ha richiesto una concentrazione particolare anche sull’interpretazione psicologica. Gyllenhaal ha dovuto assorbire la mentalità di un guerriero, enfatizzando l’aspetto fisico per entrare nella pelle di un personaggio capace di combattere con abilità. Come dichiarato dall’attore a Slashfilm:
“Lo sviluppo del personaggio è stato inizialmente molto fisico, solo per mettersi in forma e fare tutte quelle cose. Per entrare nella mentalità di un guerriero, qualcuno che, come scritto, sa davvero combattere.”
il duro allenamento di gyllenhaal
Il regime di preparazione a cui si è sottoposto Gyllenhaal prevedeva diversi elementi, tra cui:
- Parkour
- Combattimento con la spada
- Esercizi di agilità
Questi allenamenti hanno permesso all’attore di acquisire una resistenza fisica tale da ridurre al minimo l’uso di stuntman nelle scene più rischiose.
il futuro di prince of persia
Con il passare del tempo, l’interesse intorno a Prince of Persia rimane vivo, portando a interrogarsi sulla possibilità di un remake a distanza di 15 anni dalla prima uscita del film.