la maledizione della creazione di universi narrativi
Nel panorama cinematografico contemporaneo, gli studios americani vedono nella costruzione di un universo narrativo il segreto per trasformare un film in una proprietà intellettuale capace di generare una miriade di sequel. L’obiettivo è quello di raccontare storie che si espandano in un mondo da esplorare, caratterizzato da regole, mitologia e gerarchie distintive. Questo processo è ben evidente in Il corvo, dove un’opera inizialmente poetica viene trasformata in una narrazione più convenzionale, distante dalla sua identità originale.
la genesi di un’opera multiforme
Il corvo ha le sue origini in un fumetto , concepito durante un periodo di intenso lutto, in grado di esprimere sentimenti di disperazione e onestà. Successivamente si è evoluto in un film e in una serie di fumetti, accompagnato da altre trasposizioni cinematografiche. Il progetto di remake mira a rivisitare una storia semplice, in cui un fidanzato ucciso torna in vita grazie al corvo per vendicarsi e ricongiungersi con la sua amata nell’aldilà.
una trasformazione inquietante
A metà del film, pare evidente una transizione dal dark/gotico degli anni ’90 all’attuale estetica emo/trap, che minaccia di ridurre la gravitas della storia. Nella seconda parte, Il protagonista scopre i sui poteri, armato di ironia e divertimento, suggerendo che il pubblico debba divertirsi grazie a una storia intrinsecamente commovente , invece che divertente. Non si tratta semplicemente di una modernizzazione; la vera questione è la coerenza narrativa.
una nuova visione: dal romantico al banale
Il remake di The Crow – Il corvo punta a diventare un franchise similare ai film di supereroi, con un intreccio che risulta complesso e poco convincente. L’aspetto originale, caratterizzato da romanticismo disperato e immagini evocative, viene trascurato, mentre il protagonista, Eric, viene ritratto come un individuo vulnerabile e imperfetto, distaccato dall’essenza di vendetta puramente amorosa.
l’incoerenza di un remake
Prima di una valutazione definitiva sulla riuscita del film, si deve considerare la mancanza di senso presente nella narrazione. La figura di Eric, come personaggio principale, perde la sua sostanza, trasformandosi in una figura che, mal scritta, è ben lontana dallo spirito vendicativo e poetico dell’opera originale.