Drew Starkey rivela la verità sulle protesi in Queer di Luca Guadagnino

Drew-Starkey

Il film Queer, diretto da Luca Guadagnino, è previsto per l’uscita nelle sale italiane il 13 febbraio 2025, anche se circolano voci su un possibile rinvio al 17 aprile. Intanto, uno dei volti principali, Drew Starkey, ha intrapreso una serie di interviste, poiché la pellicola è già stata distribuita negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

Dettagli sulla produzione e scene chiave

Secondo le anticipazioni, il film include una scena significativa che coinvolge Drew Starkey, il quale ha avuto modo di discutere le scelte adottate per la realizzazione di tale momento. Rivelicato recentemente da Time Magazine, Starkey ha optato per l’impiego di una protesi per quella scena, diversamente da alcuni colleghi che hanno scelto di mostrarsi in modo naturale. La sostanza utilizzata per l’effetto visivo è silicone.

Collaborazioni e altri protagonisti

La sequenza in questione è stata girata insieme a un altro attore di spicco di Queer, Daniel Craig. A confronto, attori come Barry Keoghan, Cooper Koch e Alessandro Borghi hanno fatto dichiarazioni riguardo le proprie scelte in merito all’uso delle protesi:

  • Barry Keoghan in Saltburn – ha rivelato di non aver utilizzato protesi.
  • Cooper Koch in Monsters – ha discusso della propria decisione riguardo all’uso di protesi durante una scena di doccia.
  • Alessandro Borghi in SuperS3x – ha affermato di non aver usato protesi, mostrando la sua verità sullo schermo.

Trama e adattamento cinematografico

Queer è un adattamento del romanzo omonimo di William Burroughs, pubblicato in italiano con il titolo Checca nel 1985. La narrazione si concentra sulla vita dell’autore, attraverso un alter ego e una storia d’amore con un giovane. Luca Guadagnino ha dichiarato che “quando lessi il libro di William Burroughs avevo 17 anni e quel romanzo ha profondamente segnato la mia adolescenza. Ho cercato i diritti per anni e poi ho avuto l’opportunità di parlare con Justin Kuritzkes in merito a questo progetto.”

Scritto da Augusto Clerici
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