Il Festival di Sanremo, uno degli eventi musicali più attesi in Italia, ha dato avvio alle prime anticipazioni riguardanti i brani in competizione. Molti giornalisti hanno avuto l’opportunità di ascoltare le canzoni in gara e alcuni di loro hanno già espresso i loro giudizi e valutazioni. Questo articolo si concentra sulle recensioni del giornalista Francesco Prisco de Il Sole 24 Ore, il quale ha rilasciato opinioni variegate, oscillando tra apprezzamenti e critiche.
Valutazioni dei brani in gara
Fra gli artisti che hanno ottenuto punteggi di eccellenza figurano:
- Willie Peyote con “Grazie ma no grazie” (7)
- Lucio Corsi con “Volevo essere un duro” (7)
- Brunori Sas con “L’albero delle noci” (7.5)
- Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento con “La mia parola” (7-)
D’altro canto, le stroncature non sono mancate, portando a punteggi bassi per alcuni artisti come:
- Marcella Bella con un NC
- Gaia con un 4
- Serena Brancale con un 4
- Sarah Toscano con un 3
Critiche ai brani presentati
Le stroncature ai brani della manifestazione sono innumerevoli. Ecco alcuni esempi delle valutazioni negative:
Marcella Bella, «Pelle di diamante» s.v. Tentativo di rivisitare un successo degli anni Ottanta, il brano non ha convinto e risulta ingiudicabile.
Gaia, «Chiamo io chiami tu» 4. Una canzone che ripropone un tormentone pop con elementi market-oriented, ma che ha ricevuto un’accoglienza tiepida.
Serena Brancale, «Anema e core» 4-. Un reggaeton che sembra superfluo in quanto già esistono altre canzoni con lo stesso titolo.
Sarah Toscano, «Amarcord» 3. Un mix di suggestioni vintage che non riescono a trovare collocazione con il genere musicale proposto.